BRAND NAMING, punta dell’ ICEBERG
Molti professionisti ed aziende con cui vengo giornalmente in contatto hanno intenzione di iniziare una propria attività …o dare una “rinfrescata” al proprio Business.
Di fatto hanno capito che la visibilità è data dal Brand Positioning, ed hanno perfettamente ragione!
Uno degli aspetti curiosi che mi colpisce sempre e alle volte faccio fatica a trattare con gli imprenditori, è il Brand Naming.
Per avere un buon posizionamento nel mercato, il Naming è un fondamento: è la prima cosa che percepisce il potenziale cliente, la punta dell’iceberg!
Dal mio punto di vista sarebbe bene che le aziende si convincessero a “fare qualcosa” in merito al Brand Naming e la soluzione c’è, basta solo un po’ di coraggio …e la volontà di farlo.
Se un’azienda è nata tra gli anni 80 e 90 in Italia, può essere che il nome sia qualcosa tipo GiElle, oppure DiEffeBi o EssePi… (nomi che esistono e di cui conosco le realtà aziendali).
Ebbene, sai cos’hanno in comune questi nomi? non si saldano nella mente del cliente e quindi fanno perdere energia al Posizionamento del Brand.
Il Naming è una componente fondamentale per posizionare e consolidare il Brand.
Inoltre, troppo spesso non viene fatta una ricerca per vedere se quel nome, creato con le iniziali dei titolari, e che li rendono “uguali agli altri” è già esistente!
Il problema è che con la necessità di creare il sito presonale su internet, diventa una vera impresa trovare il “dominio giusto” rendendo impossibile la ricerca sul web!
Prima di andare a sviscerare quali provvedimenti prendere per quelle imprese il cui Naming, è un po’ … anonimo, vorrei parlarti di un altro personaggio che in materia la sa lunga!
Si tratta dell’ italianissimo Marco De Veglia presso il quale ho fatto un percorso completo di formazione, in tempi non sospetti… quando ancora il Brand Positioning “non esisteva nella testa degli imprenditori italiani”!
Essendo lui, uno dei rari massimi esperti di Brand Positioning in Italia, pur vivendo e lavorando soprattutto a New York, quello che dice è legge.
In uno dei nostri incontri esordì : “Nella vita non ho fatto altro che occuparmi di Marketing, il Marketing è il mio lavoro ed il mio hobby. Ho letto tutto quello che c’era da leggere e se ti fidi ti dico cosa puoi risparmiarti…”
Marco si è occupato anche di copywriting ad altissimi livelli ed ora si occupa solo di Brand Positioning.
Non ho mai sentito parlare nessuno come lui a proposito della scelta del Naming, e ti voglio riportare alcune considerazioni che, se ti ritrovi in questa situazione, ti saranno di sicuro utili.
Le caratteristiche fondamentali che deve avere un Brand Naming:
- essere composte da una sola parola, al massimo due
- avere una “pronuncia sciolta”, con al massimo un paio di accentuazioni sillabiche
…immaginiamoci nelle vesti di una centralinista che risponde al telefono: deve sforzarsi per dire questo Brand Naming?
Ci sono ovviamente le dovute eccezioni in cui ci sono Brand composti da anche 3 o più parole che sono diventati famosi come ad esempio “John Player Special”, tuttavia se ci fai caso, nonostante Naming sia composto da tre parole, ha una pronuncia molto sciolta, dovuta soprattutto dal fatto che il bello delle parole inglesi sono “molto cool” da pronunciare.
Vedi ad esempio i nomi delle persone: Giovanni, in America è tradotto con John, e se provi a pronunciare il nome ti accorgerai come il nome John sia molto più esplosivo, rapido e diretto rispetto alla pronuncia di “Gio-van-ni” (che ti serve un intera pista audio per pronunciarlo).
Se poi il Naming riesce ad avere (ma non è un fondamentale) un riferimento con ciò che si produce, tanto meglio!
Anche i nomi di fantasia vanno bene, l’importante è che la parola non si colleghi ad un senso compiuto che vada a danneggiare la percezione del Brand. Capirai che se mi chiami l’azienda “CaccaPùPù”, per qualsiasi cosa che tu faccia, ti sei compromesso in modo percettivo, ancora prima di presentarti.
Il vero problema dove risiede?
Credo che risieda nel dominio, in quanto oramai è basilare farsi trovare attraverso il WEB, adwords, ads, ecc. e purtroppo tutti le parole che contengono le giuste caratteristiche per fare un Barnd Naming perfetto, sembra siano già state prese, ma se vai di acronimi, fantasia e pronuncia sciolta, non sbagli mai!
Se poi con il tempo il posizionamento e il Marketing lavorano bene, riuscirà a saldarsi nella mente anche un Naming come Permastelisa (parola inventata per Brand Italiano Internazionale affermatissimo).
Ora vediamo coloro che già posseggono un Brand Naming storico che venga riconosciuto come “non performante” in termini di Brand Positioning.
Se ti ritrovi in questa situazione, ecco le soluzioni.
La prima, nel caso la tua attività non abbia più senso di esistere, cambia il Naming e riparti da zero.
La seconda è più complessa. Se hai un attività con una sua storicità oppure con un certo seguito di clienti e che ha solo il problema che non si riesce ad ampliare il mercato, la scelta migliore è creare un nuovo nome da fare viaggiare in parallelo al nome dell’azienda.
Un esempio? Una delle migliori aziende italiane, la FERRERO ha deciso di chiamare la cioccolata da spalmare che tutti conosciamo e che tutto il mondo ci invidia, non CIOCK FERRERO ma NUTELLA.
Ed è stata una strategia vincente!